CPCL Agency
Agency of Creative Practices in Cities and Landscape
CPCL Agency sostiene l’idea di una città circolare intendendo il patrimonio culturale non come una statica presenza oggettuale testimone di valori consolidati e destinataria di azioni finanziarie ma come il miglior risultato, in costante aggiornamento, di tutte le azioni di trasformazione della città. Il modello culturale, la cui matrice è la vitalità della città storica europea, è quello di un continuo sforzo di riconoscimento della città, delle sue permanenze e delle sue trasformazioni, dei suoi valori come patrimonio e bene comune, affiancando in un flusso senza soluzione di continuità la conservazione e l’innovazione. Da un lato quindi il progetto intende rafforzare il ruolo svolto nella città dal patrimonio culturale di valore consolidato, preservandone i valori ma anche incrementandone l’inclusione sociale, dall’altro si pone l’obiettivo di ricomprendere nel valore patrimoniale della città nuovi luoghi e soggetti e, con essi, anche nuovi attori sociali ed economici. La finalità ultima è una integrazione tra azioni di memoria e azioni di innovazione per un reciproco rafforzamento.
CPCL Agency promuove una città che ponga a fondamento di ogni sua trasformazione azioni puntuali di conoscenza intrecciando ogni possibile e utile competenza: competenze derivate dalla ricerca universitaria, scientifica e umanistica; competenze politiche e amministrative; competenze imprenditoriali; competenze di terzo settore. Le azioni di conoscenza sono finalizzate a una consapevole e costante attualizzazione della città, dunque al sostegno di azioni creative connesse al patrimonio culturale e finalizzate al miglioramento materiale, sociale ed economico. Gli adeguamenti tecnologici previsti sono tarati sulle specificità e delicatezza dei luoghi in oggetto e costantemente misurati nella loro efficacia in relazione al processo di riqualificazione. I processi sperimentali attuati hanno la finalità di trasformare dati raccolti, esperienze, scambi e relazioni in conoscenza. Una conoscenza accessibile agli attori della città, rimarcando il diritto di utilizzo dei contenuti che la città stessa produce in un flusso creativo continuo. Questo flusso è necessario per supportare la collaborazione da parte dei cittadini nei processi di sviluppo sociale ed economico a scala urbana, creando terreno fertile per mettere in rete i propri talenti. Il progetto perciò opera anche sulla comunicazione tra le diverse categorie di utenza e tra i diversi saperi della città, per agevolare lo scambio, consolidare e valorizzare le competenze, superando la frammentazione tra settori, tipica dei governi locali, con l’obiettivo di stimolare dinamiche di scambio tra dati, persone e luoghi: la città della conoscenza diventa il contesto per i cittadini della conoscenza.
L’articolazione delle eterogeneità, delle specificità, dell’insopprimibile molteplicità delle forme di vita con orizzonti più ampi dell’idea di sé stessi e della propria vita, con dimensioni normative che potrebbero appartenere a chiunque, rappresenta un campo di tensione cruciale. La connessione tra dimensioni così diverse e distanti – in effetti, un lavoro di traduzione su scala antropologica – può infatti avvenire con forme e modalità assai differenti. Tali forme possono assecondare o, all’opposto, contrapporsi alla pervasiva egemonia che il capitalismo contemporaneo dispiega nei confronti delle forme di vita e nella compresenza di queste differenti ed anche conflittuali pressioni consiste tale campo di tensione. Il processo urbano è uno dei principali teatri di esso: la cultura – nella forma di patrimonio culturale, di architetture storiche, di condizioni materiali e immateriali dell’esperienza – costituisce una delle principali chiavi attraverso le quali la natura “estrattiva” del capitalismo contemporaneo si configura nei contesti quali quelli a noi più familiari. In questo senso, la connessione tra cultura e dimensione urbana rappresenta una modalità attraverso la quale il cosmopolitismo è “catturato” nella logica del capitalismo contemporaneo. Ma sussistono anche le condizioni perché quella stessa connessione sia ispirata ad un “cosmopolitismo dal basso” teso a una “democrazia profonda” enfatizzando il significato politico del cosmopolitismo, in quanto progetto di emancipazione. In questo quadro, la cultura nelle sue più svariate manifestazioni diviene il terreno principale per tradurre tra loro principi di universalismo e forme di vita locali, reinventando le condizioni contemporanee affinché l’aria della città possa effettivamente rendere liberi. Tra gli obiettivi di CPCL Agency vi è l’impegno a far confluire, in ogni azione, competenze specialistiche e competenze non specialistiche. Le azioni di CPCL Agency assumono come una ricchezza la struttura cosmopolita dello stato di cittadinanza. Con il termine cosmopolita non ci si riferisce solamente a una provenienza geografica variata e a una permanenza in città talvolta temporanea ma, più in generale, a una attitudine al confronto, conoscitivo e operativo, tra diverse identità - culturali, sociali, economiche – e al mantenimento delle specificità di visione, sapere e competenze che confluiscono in azioni condivise.
CPCL Agency si impegna sulle seguenti politiche:
- capitalizzare i vantaggi della città storica europea come modello urbano, ancora pienamente attivo, alternativo alla metropoli o modello per le trasformazioni metropolitane;
- superare la concezione di patrimonio come elemento di fissità e freno nella trasformazione della città a favore di una idea di costante patrimonializzazione estesa ai valori dell’immateriale e del vissuto e intesa come agente di attualizzazione della città;
- preservare le componenti patrimoniali consolidate ma incrementando l’inclusione sociale per evitare la museificazione di parti della città, dando concreta attuazione alle raccomandazioni contenute nella Convenzione di Faro;
- non affidare la cultura a logiche finanziarie e di marketing – considerandola un costo - ma riportarla al centro delle politiche urbane come azione costante di produzione di valori e beni comuni nel farsi della città a opera di ogni suo attore trasformandola in un agente di sviluppo di economia sociale;
- coniugare memoria e innovazione in azioni di co-creazione e co-produzione della città;
- favorire processi di patrimonializzazione di quanto di nuovo e anche inatteso la città è in grado di produrre;
- coniugare sfera culturale e sfera creativa trasformando aspirazioni personali in progetti collettivi con una attenzione a tutte le competenze e a tutti i talenti presenti in città e superando la frammentazione tra settori, tipica dei governi locali, in modo che la città della conoscenza divenga contesto per i cittadini della conoscenza;
- agevolare processi di condivisione culturale per calibrare sulle specificità del luogo l’uso di dati e tecnologie rimarcando il diritto di tutti alla condivisione e all’utilizzo dei contenuti che la città produce;
- sviluppare un cosmopolitismo dal basso inteso come progetto di emancipazione affidando alla cultura nelle sue più svariate manifestazioni il compito di tradurre tra loro principi di universalismo e forme di vita locali;
- interpretare le migrazioni interne e esterne in chiave di cittadinanza temporanea portandone a sistema gli elementi di positività e di arricchimento delle identità cittadine.
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CPCL Agency supports the idea of a circular city, where cultural heritage is not seen as the static presence of objects embodying consolidated values towards which finance must be channelled, but rather as the best – and continuously renewed – outcomes of all the actions taken to transform a city. The proposed cultural model, which is underpinned by the vitality of European historical cities, hinges on the unceasing work to give cities a distinctive identity, to recognise what is permanent and what is in transformation and to endorse their values as common heritage and the common good. In this process, conservation and innovation come together in an unbroken fluid process. One aim of the project is to strengthen the role that cultural heritage with consolidated value has within a city, in order both to retain this value and to use cultural heritage as a route to social inclusion. Another major objective is to include new places and new subjects within a city’s cultural heritage and, alongside these, new social and economic actors. The ultimate objective of the project is to engender integration between actions of remembrance and actions of innovation, in order for each to be reciprocally strengthened.
CPCL Agency promotes a city where any transformation has its roots in well-targeted knowledge-conveying actions undertaken by closely weaving together all the potential and/or useful skills that can be derived from university research into the sciences and the arts, as well as relating to political and administrative matters, entrepreneurship and the third sector. These knowledge-channelling actions are at the basis of an informed and ongoing renovation of a city, and therefore reinforce the creative actions dealing with cultural heritage that engender material, social and economic improvement within cities. When planning technological updates, the measures are weighted according to the specific characteristics and delicate nature of the places under scrutiny, and their efficiency is continuously measured against the work required to carry out the updating process. The experimental processes implemented are geared towards transforming gathered data, initiatives and experiences, cultural exchange and ideas and relationships into knowledge. All city actors must be able to access this knowledge while pointing out that everyone has the right to use the content continuously flowing from the city. This creative flow is necessary to support the collaboration provided by the inhabitants to the city-wide processes of social and economic development, establishing a fertile ground for putting their own skills into play within the network. This project also operates on the processes of communication between the various categories of users and among the various types of knowledge within the city, to enable skills to be shared, consolidated and used effectively, thereby overcoming the sectoral fragmentation which is typical of local government, in a process to stimulate the dynamics of exchange between data, people and places. The city of knowledge becomes the stage for the citizens of knowledge.
The process of listing all the heterogeneous and distinctive characteristics of the unrestricted profusion of life forms whose horizons are broader than the mere concept of themselves and their own life, while giving them a set of regulations that could apply to anything or anybody, can be seen as a critical stress system of opposing tensions. The connection between such disparate and distant facets – which in practice means translation on an anthropological scale – can take many different forms and modalities. These forms can either be in agreement with or oppose the pervasive hegemony that contemporary capitalism deploys towards life forms, and the ensuing stress system is the result of the co-presence of these different and sometimes conflicting pressures. The urban process is one of the main theatres for this stress system. Culture – in the form of cultural heritage, historical architecture and tangible and intangible experience – constitutes one of the principle keys through which the “extractive” nature of modern-day capitalism is configured in environments such as those with which we are most familiar. In this sense, the connection between culture and urban dimension represents a way through which cosmopolitanism is “captured” in the logic of contemporary capitalism. Under certain conditions, this connection is inspired by “bottom-up cosmopolitism” directed towards some kind of “deep democracy”, highlighting the political meaning of cosmopolitism in its role as a project for emancipation. In this perspective, culture, in all its manifold manifestations, is the main playing field where the principles of universalism and the local life forms can be translated from one to the other, re-inventing the present-day conditions so that the air of a city can truly bring freedom to its inhabitants. As one of its objectives, CPCL Agency is committed to ensuring that, in its every action, specialised and non-specialised skills are brought together. The actions of CPCL Agency are founded on the belief that the cosmopolitan structure of citizenship is an actual wealth. By cosmopolite, the authors do not only mean varied geographical provenance and sometimes transient permanence in the city, but rather an inclination towards understanding and interaction between the various cultural, social and economic identities of a city, as well as hanging onto the distinctive aspects of vision, knowledge and skills that merge together into shared actions.
CPCL Agency is committed to the following policies:
- Capitalise on the benefits of a still thriving urban model based on historical European cities, as an alternative to the metropolis or the model for metropolitan transformation.
- Debunk the concept of cultural heritage as an element of rigidity and restraint on city transformation, replacing it with the idea that cultural heritage is an ongoing creative process that is extended to intangible values and is experienced and understood as an agent for modernisation of the city.
- Retain the consolidated elements of cultural heritage, but increase its social inclusion to counteract the risk of city districts becoming museums, thus implementing the recommendations of the Faro Convention.
- Avoid committing culture to financial or marketing logic – considering it as a cost – and, instead, place culture back at the centre of urban policies, seeing it as every city stakeholder’s sustained action to create value and common good out of the affairs of a city, transforming culture into an agent for social and economic development.
- Combine the two aspects of remembrance and innovation within the city-wide actions of co-creation and co-production.
- Encourage the processes to create cultural heritage out of the new and sometimes unexpected elements that a city can come up with.
- Unite what is cultural and what is creative, transforming personal aspirations into collective projects, while taking a good look at all the skills and talent found in the city and overcoming the sectoral fragmentation typical of local government, so that the city of knowledge becomes the stage for the citizenship of knowledge.
- Ease the processes of cultural exchange to calibrate the specific traits of a place and the use of data and technology, observing that everyone has the right to share and use the output and material that the city is able to produce.
- Develop bottom-up cosmopolitanism, understood as a project for emancipation, giving culture – in all its many manifestations – the task of translating the principles of universalism and local life forms from one to the other.
- Interpret internal and external migration in a logic of transient citizenship, upholding the elements of positivity and enrichment of a city’s identity within a formal, inclusive framework.
Responsabili scientifici:
Strutturati
Settore ERC del gruppo
PE8 Products and Processes Engineering:
PE8_3 Civil engineering, maritime/hydraulic engineering, geotechnics, waste treatment
PE8_10 Production technology, process engineering
PE8_11 Industrial design (product design, ergonomics, man-machine interfaces…)
PE8_12 Sustainable design (for recycling, for environment, eco-design)
PE8_16 Architectural engineering
SH3 Environment, Space and Population:
SH3_1 Environment, resources and sustainability
SH3_2 Environmental change and society
SH3_9 Spatial development and architecture, land use, regional planning
SH3_10 Urban studies, regional studies
SH5 Cultures and Cultural Production
SH5_5 Visual arts, performing arts, design
SH5_7 Museums and exhibitions
SH5_9 History of art and architecture
SH5_10 Cultural studies, cultural diversity
SH5_11 Cultural heritage, cultural memory