In occasione della mostra "Masaccio e Angelico. Dialogo sulla verità nella pittura" il Dipartimento di Architettura dell’Alma Mater Studiorum Università di Bologna e il Museo della Basilica di Santa Maria delle Grazie di San Giovanni Valdarno hanno promosso e realizzato un originale e innovativo progetto di alta tecnologia digitale per surrogare, studiare ed esplorare la bellissima “Annunciazione” del Beato Angelico di San Giovanni Valdarno, una tempera su tavola di 195x158 cm databile ai primi anni Trenta del Quattrocento, forse il 1432.
Pietra angolare che marca il passaggio tra la vecchia arte medievale e la nuova rinascimentale riassumendole in una mirabile composizione, la sua riproduzione con finalità comunicative è sempre rimasta limitata dalla marginalità delle semplici riproduzioni fotografiche (che negano il luccicare dell’oro) e dalla complessità dell’opera che già ai circa due metri da cui la deve osservare il visitatore restituisce alla vista solo alcuni degli straordinari dettagli che la compongono.
Per cercare di superare questi limiti è stata creata 'AnnunciatiOn App', un nuovo tipo di artefatto comunicativo digitale che, da un punto concettuale, si inserisce nel filone delle immagini a super-risoluzione, ma sostituisce alle consuete restituzioni bidimensionali (v. le immagini Gigapixel proposti da Google Arts & Culture e dal Rijksmuseum nel recente progetto 'Operation Night Watch', di Rembrandt) con una restituzione completamente tridimensionale. Questa permette di valutare oltre alla riflessione diffusa (il tipico risultato della restituzione fotografica) anche la componente di riflettanza speculare e i fenomeni di riflessione sub-superficiali che modificano completamente la percezione dell’opera grafica soprattutto nei materiali a componente.
Da un punto di vista tecnico 'AnnunciatiOn App' è stata ottenuta accoppiando due tecnologie di acquisizione (fotogrammetria automatica per i volumi delle cornici e photometric stereo per le parti dipinte) a un motore di rendering in tempo reale ad alta qualità capace di integrare in un solo ambiente multimediale alla visualizzazione del modello 3D anche annotazione semantica e storico-critica, che permettono di ottenere una resa cromatica ai massimi livelli, la risoluzione di 0,02 mm a circa 200 milioni di pixel.
Un touch-wall, collocato verticalmente accanto all’opera, sfruttando l’interfaccia utente degli smartphone, permetterà al semplice visitatore curioso come all’esperto di tecnologia digitale, allo storico dell’arte come al restauratore, di confrontare l’opera ricostruita in 3D e la tavola originale, analizzando e studiando le scene, i dettagli, la tecnica pittorica, gli interventi di restauro, per un viaggio esplorativo all’interno dell’opera, grazie ad una sorta di laboratorio digitale messo a disposizione con il solo tocco di un dito della mano.
Gruppo di lavoro:
Dipartimento di Architettura, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna:
Fabrizio Ivan Apollonio, Giovanni Bacci, Andrea Ballabeni, Luca Barbieri, Filippo Fantini, Marco Gaiani, Davide Giaffreda, Simone Garagnani, Michele Zannoni, Alfredo Liverani (DIN)
Relio2: Marco Bozzola
FOWA: Gianluca Parodi
Hasselblad: Massimo Zancanaro
Museo della Basilica: Giovanni Gualdani, Michela Martini, Carl Brandon Strehlke